Ho notato in questi ultimi anni che sto lentamente abbandonando la mia presenza sui social media.
Pubblico sempre meno su Instagram (tranne che per le storie, anche su Snapchat), da un'attività di tweet frequente sono passato a un ritmo di una volta ogni 15 giorni su Twitter (oggi X).
Da un anno che non pubblico su TikTok e regge ancora Facebook dove ho un ottimo engagement, resta ancora buono LinkedIn, non ne parliamo di BeReal (quasi morto).
Osservando i miei profili, sembra quasi che siano stati lasciati a sé stessi. Questa mia tendenza non è un caso isolato, poiché sempre più persone dedicano meno tempo ai social media: l’era dei social media sta giungendo al termine.
Chi c’era dall’inizio sa bene che non era così, per oltre un decennio, i social media hanno funzionato come un punto di incontro per le persone su un piccolo numero di piattaforme chiave.
Quando è arrivato TikTok sui social non si è capito più nulla, tutti proiettati ad essere “uguali", per perseguire un costante desiderio di espansione.
Queste piattaforme hanno subito una trasformazione da spazi di connessione a canali di intrattenimento (un caos generale).
C’è poi un’associazione tra social media, immagine corporea e disturbi alimentari tra i giovani:
Gli utenti, sentendosi alienati, stanno abbandonando queste piattaforme, i social media cadono a pezzi e i giganti del settore degenerano in un caos di contenuti promozionali e discussioni rumorose.
Situazione attuale: “non è che non voglio pubblicare, semplicemente non so più dove farlo”.
È difficile prevedere cosa accadrà, in un istante si diventa virali e poi si fallisce.
Le vecchie regole (#hashtag, caroselli, orari, tile&orange, …) ci hanno stancato, aspettiamo il prossimo social media (forse Threads, Threads, il nuovo social network di Meta, ma per il momento non sarà disponibile per gli utenti italiani ed europei), nel frattempo continuiamo a vivere questa vita sociale online frammentata e nomade.
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