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Argomenti trattati in questo articolo:
Sperimentare ed imparare dai propri errori
Isabella 18 mesi è una bambina audace. Super curiosa e protesa verso tutto ciò che è nuovo.
Inconsapevole dei rischi, sperimenta se stessa, i suoi gusti e la vita. Poi seleziona ed impara. L’ altro giorno mentre faceva la pappa si è scottata la lingua. Era delusa e sconvolta ma non ha perso il suo appetito né la sua voglia di autonomia. Ha imparato che la pappa può essere saporita ma che è meglio soffiarci su. Così è andata l’ indomani.
Questo aneddoto non fa da premessa ad un nuovo brand di omogeneizzati bensì rappresenta un esempio quotidiano e familiare di come, per crescere, bisogna sperimentare sulla propria pelle e trarre delle informazioni utili a migliorare se stessi e le proprie pratiche (ed i propri prodotti).
É questo l’assunto fondamentale del nuovo approccio di marketing di impresa, quello “costruttivo” in grado di generare crescita (growt). Si, anche del fatturato.
Un assunto che può suonare banale eppure, se vi guardate intorno (o dentro), vi renderete conto che un processo così semplice ed essenziale non viene adottato ed è invece consuetudine cercare le best practices del successo, nell’emulazione della concorrenza, facendo bella mostra di sé su un Billboard di 1000 mq in piazza Duomo in piena Fashion Week o magari placement nella clinica dove è nato Leoncino Ferragni in Fedez.
Una filosofia di vita
Ma anche una strategia per il tuo business, “Vanity metrics” le chiamano gli esperti. Metriche di vanità, quelle che aumentano solo la visibilità (ed anche su questo potremmo scrivere a lungo).
Certamente tutti i fan della Ferragni si accorgeranno che la coperta in cui è avvolto Leoncino è quella del vostro brand e la vostra pagina Facebook aumenterà il numero di follower ma quanto è costato ogni contatto?
Senza considerare che ogni nuovo contatto è valido se attivo sulla vostra pagina; se rimane nel tempo, se genera profitto e parla del vostro brand (referral)
Questo è un processo di crescita virtuoso ed è questo il processo del Growth hacking (funnel)
Si chiama Growth Hacking
Ma facciamo un passo indietro.
Cosa propone il vostro brand? Quale bisogno del consumatore soddisfa il vostro prodotto? In che modo? Dove si trova il vostro consumatore e come si comporta?
Qui potrebbe cominciare una lunga bibliografia di luoghi comuni ma la verità è che nessuno di noi ha risposte esaustive a queste domande e la vera scoperta è che neanche gli esperti lo sanno, soprattutto perché il vostro consumatore di oggi non è quello di domani.
Dunque nessun cruccio. Rimbocchiamoci le maniche e cominciamo a conoscere il nostro consumatore. Sperimentiamo, facciamo test, modifichiamo il nostro prodotto. E poi ricominciamo a fare test, analisi e modifichiamolo ancora.
Come? Chiedetelo ad un Growth Hunter ma ricordate: gli specialisti di ieri non sono quelli di oggi e non saranno quelli di domani.
Good Growth!