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By: theloon
Spesso molti spammers cercano modi e servizi a basso costo e facili da configurare, aprono decine o centinaia di siti che aggiungono poco o nessun valore per il web.
Quando si tratta di siti generati automaticamente, la posizione di Google rimane la stessa:
“…se i siti non aggiungono valore ai risultati di ricerca, in genere sono considrati come spam e quindi saranno adottate misure necessarie per proteggere gli utenti da esposizione a tali siti nei risultati di ricerca oprganici.”
Con queste attività di spamming anche i provider di servizi gratuti avranno il problema di essere segnalati in base alla percentuale di siti spam contenuta nei loro servers.
Google fornisce alcune linee guida:
- Pubblicare una politica chiara di segnalazioni di abuso e comunicarlo agli utenti;
- Nel modulo di iscrizione, è consigliabile utilizzare CAPTCHA o simili strumenti di verifica;
- Provare a monitorare il servizio gratuito di hosting per i segnali più diffusi di spam
- redirect;
- un gran numero di banner di annunci;
- parole chiave di spam;
- grandi sezioni di codice JavaScript nascosto;
- Utilizzare l’operatore site: query o Google Alert può rivelarsi utile se siete alla ricerca di una soluzione semplice e economicamente efficiente.
- Tenere un record di iscrizioni e cercare di identificare i tipici modelli di spam (ad esempio il tempo per compilare un modulo, il numero di richieste inviate dallo stesso intervallo di indirizzi IP, user-agent utilizzato durante la registrazione, la forma dei nomi utente o altri valori presentati scelti al momento della registrazione, ecc…)
- Tenete sempre d’occhio il file di log del server web per i picchi di traffico improvvisi, soprattutto quando un sito appena creato sta ricevendo molto traffico, e cercare di identificare il motivo di questo traffico.
…
Continua in versione inglese su: http://googlewebmastercentral.blogspot.com/